venerdì 18 aprile 2025

30/03/2025: 1a Mezza maratona d'Italia. Maranello-Modena.


Non ricordo bene quale sia stata la mia ultima mezza maratona; la memoria non è più quella di un tempo ma il ricordo, triste, è quello di una mezza del Grada finita imprecando tra i dolori sparsi in qualsiasi parte del corpo. Senz'altro non un viatico per farmi anche solo immaginare di poter ripetere una simile esperienza, ma il mio proverbiale amore per le prime edizioni non ha saputo resistere alle lusinghe di questa fantastica "prima volta" che sulla carta univa due delle mie grandi passioni. La corsa e la Ferrari.


Come un novello Ulisse, ammaliato dal canto delle sirene che mi lusingavano e illudevano di poter ancora affrontare i 21,097, ho deciso, a settembre dello scorso anno, di iscrivermi a questo evento, fiducioso che il tempo per una preparazione dignitosa ci fosse e che potessi presentarmi sulla linea di partenza con una discreta sicumera supportata da un allenamento puntuale, metodico e rigoroso... tutto sulla carta ovviamente!

La sorte, infatti, non vede l'ora che tu faccia programmi ambiziosi e nutra speranze di rivalsa. Lei è lì, beffarda e pronta a scardinare tutti i tuoi piani, le tue aspettative, i tuoi sogni.

E allora ecco una sequenza di sfighe inenarrabili susseguirsi una dopo l'altra. Bronchite, sinusite, ed ogni altra "-ite" presente sull'enciclopedia medica, accompagnati da infiammazioni nervose, muscolari e sistemiche di gambe glutei, polpacci. Un chiaro messaggio di invito alla desistenza, per chi lo volesse cogliere.

Ma non per me.

Terminato questo lungo ma doveroso preambolo, passiamo alla cronaca della bella giornata sportivamente e meteorologicamente parlando.

Arriviamo, io e mia moglie, a Maranello il sabato pomeriggio. Giù le valigie in albergo, qualche minuto di contrattazione per definire i dettagli sulla giornata seguente e poi via verso il centro città per il ritiro del pettorale. La giornata è piovosa ed il bel clima che solitamente si respira agli Expo è decisamente compromesso dal fatto che tutti gli eventi previsti all'aperto sono annullati o deserti.

Poco male, torniamo in albergo, meditiamo cosa fare per cena e pregustiamo una sana dormita dato che ci siamo alzati alle 6 il sabato mattina e la notte che ci aspetta sarà di un'ora più corta per via dell'ora legale.

Il mattino seguente ci omaggia di una giornata meravigliosa dal punto di vista meteorologico, la pioggia dei giorni precedenti ha reso il cielo terso e un bel sole ci ha accolti, finalmente, in una Maranello ricca di vita e di podisti.


Parcheggiamo lontano ma in un punto strategico e seguiamo il serpentone di runners che ci fa strada fino al punto di partenza dove, accompagnato da Betty, cerco dove lasciare le sacche che ritroverò, faticosamente, a Modena, una volta arrivato a destinazione.

Dopo mille peripezie sono in gabbia. Rispettosamente, avevo indicato in fase di iscrizione il tempo della mia ultima mezza e francamente al 30 marzo del 2025 la mia forma fisica era molto lontana da quanto avevo previsto e sperato parecchi mesi prima, quindi temevo di aver ottimisticamente esagerato e di trovarmi fianco a fianco con podisti molto più forti di me.

La partenza è ad ondate, molto stile NYCM, ad intervalli di circa 5 minuti tra una wave e l'altra.  Alla fine i podisti della mia griglia "D", attenderanno circa 20 minuti (tantini) prima di rompere le righe e scatenarsi, transitando dapprima tra le vie di Maranello per poi trotterellare stupefatti sull'asfalto umido della pista di Fiorano, fino al suggestivo transito attraverso la storica porta con la scritta "Ferrari" gialla, che ci introduce tra i capannoni dello stabilimento della rossa nazionale.

Finita la parte suggestiva siamo già al terzo chilometro, sto bene e sono felice. Guardando il Garmin continuo a ripetermi: "Troppo forte, devo rallentare!", ma continuo a correre a a 5.10, riesco persino a scambiare qualche chiacchiera con chi mi circonda e perdo addirittura il conto dei chilometri percorsi. Ho un solo chiodo fisso, arrivare al quindicesimo, prendere il mio gel e tentare di arrivare fino alla fine attaccandomi ai palloncini dell'ora e cinquanta.

Mi ritrovo, quasi inconsapevolmente al 17esimo chilometro mi sento inspiegabilmente bene e decido che è giunto il momento di dare tutto. Comincio superare decine di podisti esausti, mi fanno male i piedi ed accompagno ogni passo con un gemito misto tra il dolore e l'orgasmo. L'apparizione del cartello "MODENA" getta benzina sul fuoco e riesco a scendere addirittura sotto i 5'/km in una trance agonistica, che mi ricorda molto i bei tempi andati. Il gonfiabile non sembra arrivare mai, il GPS "bippa" i 21 ma il traguardo non si vede, facendo sfumare il sogno, maturato negli ultimi chilometri, di finire sotto l'ora e cinquanta.

Poco male. Taglio il traguardo, esausto ma felice. Metto al collo la meritata medaglia, bevo un po' d'acqua e mangio un pezzo di banana, pregustando il piatto di tagliatelle che avrei "divorato" di li a poco. 

Scoprirò solo più tardi che medaglia, acqua e banana non erano poi così scontati e che molti podisti arrivati dopo di me, non hanno potuto bere, mangiare e nemmeno indossare la medaglia. Inammissibile per una manifestazione di carattere internazionale. 

Dovrò invece in fare i conti, in prima persona con il "disastro" della riconsegna delle sacche. Ritardi, inesperienza, una affluenza inaspettata, hanno impedito ai volontari di organizzarsi per affrontare più di 6000 runners che si affollavano davanti ai camion, ancora carichi, a gara già finita da un pezzo. Scene come quelle che ho visto, con sacche lanciate dal camion gridando i numeri come al mercato del pesce o podisti che tentavano di scovare la propria sacca (per inciso uguale a tutte le altre) rovistando come si fa nei cestoni promozionali dei supermercati del "tutto a 1 €", su cumuli sparsi a destra e a manca senza nessun ordine, non sono degne di una manifestazione che si fregia dell'appellativo di mezza maratona d'Italia.

Per una strana congiunzione astrale, vedo spuntare il mio 2601 all'improvviso, come se fosse stata lei a trovare me e non viceversa. Mi cambio, finalmente, e  mi metto a cercare il posto da dove poi avrei preso il bus di ritorno verso Maranello. 

A bordo, le solite chiacchiere su tempi, chilometri, allenamenti ed altre amenità, che tanto mi erano mancate. Bentornato Snupo.

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